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Pieve di
San Giusto
a Balli

Dove il tempo racconta la sua storia

e la cultura si rinnova

nel cuore della tradizione.

La Pieve

La Pieve dei Santi Giusto e Clemente a Balli, citata già dal 1078, rappresenta una delle più antiche e significative testimonianze dell’architettura romanica del territorio senese.

La facciata della Pieve

Immersa nel paesaggio toscano, tra le dolci colline di Sovicille, la Pieve di San Giusto a Balli è un luogo dove il tempo sembra essersi stratificato tra le pietre, le arcate e i resti di affreschi ormai sbiaditi. La sua storia è un racconto fatto di adattamenti secolari e trasformazioni continue, segno della sua capacità di resistere, mutare e rinascere.

Le origini: la Pieve e il suo ruolo nella comunità

La Pieve di San Giusto a Balli rappresenta un emblema di storia e resilienza, le cui prime attestazioni documentarie risalgono al XIV secolo. Già citata nel 1327 come centro di riferimento spirituale e sociale, la Pieve ha vissuto secoli di trasformazioni, alternando momenti di splendore a fasi di degrado e usi impropri. Dal clamoroso stato di abbandono del Quattrocento, quando fu ridotta a deposito di botti e affittata per fini profani, alle ristrutturazioni del Seicento volute dal pievano Gioacchino Sabolini, ogni fase ha lasciato un segno indelebile nell’architettura e nella memoria collettiva.


Anche nel Novecento, tra restauri incompleti e utilizzi impropri come allevamenti avicoli, la Pieve ha dimostrato una sorprendente capacità di adattarsi ai mutamenti del tempo. Oggi, dopo secoli di alterne vicende, si apre per la Pieve un nuovo capitolo, fondato sulla volontà di restituirle dignità e continuità storica, in un dialogo fecondo tra memoria e futuro.

La Storia

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Il Restauro

Restaurare nel tempo, e con il tempo

La Pieve di San Giusto a Balli, situata nel territorio di Sovicille (Siena), è stata oggetto di un attento intervento di restauro tra il 2020 e il 2025, promosso dalla proprietaria Caterina Frey e diretto dagli architetti Giulia Anna Milesi ed Edoardo Milesi. Il progetto, critico e consapevole, ha perseguito un risanamento conservativo volto a restituire dignità e nuova vita al complesso, con l’obiettivo di favorirne il riuso e la rinascita come bene comune.

 

L’intervento ha privilegiato un approccio conservativo basato sulla conoscenza approfondita dell’edificio, con rilievi e ricerche archivistiche a supporto delle scelte progettuali. Piuttosto che un ripristino filologico, si sono adottate soluzioni mirate per risanare il degrado, rimuovere alterazioni incongrue e restituire leggibilità, seguendo i principi di minimo intervento, distinguibilità, reversibilità e compatibilità.

 

Le opere, pensate come segni contemporanei in dialogo con l’antico, mirano a restituire vitalità e fruibilità alla Pieve, rispettandone la capacità storica di trasformarsi. Il complesso comprende la chiesa, la canonica e un piccolo cimitero comunale.

La casa canonica: memoria storica e nuova funzione

Il primo lotto di interventi, eseguito tra il 2019 e il 2021, ha riguardato la canonica, trasformata in due unità abitative. La ricerca storica ha messo in luce la funzione agricola originaria della “Casa del Pievano”, con ambienti destinati a uso rurale fin dal XVI secolo, confermata da documenti tra il 1592 e il XIX secolo che attestano un uso promiscuo tra abitazione e attività agricole.

 

Dopo tentativi di restauro interrotti all’inizio del Novecento e interventi parziali tra anni ’70 e ’80, il recente restauro ha rispettato le caratteristiche storiche, riaprendo la loggia al primo piano e un arco al piano terra per migliorare luce, ventilazione e salubrità, in linea con i principi della Carta di Venezia.

Al piano terra è stato ripristinato il “passare coperto”, corridoio voltato che collega i due fronti dell’edificio, ora destinato a ingresso principale. Gli alloggi sono stati realizzati mantenendo le pavimentazioni originali e restaurando le murature interne, con impianti inseriti in modo puntuale per preservare l’autenticità. Dove necessario, i materiali deteriorati sono stati sostituiti con parquet in olmo o mezzane recuperate. La copertura è stata consolidata con rinforzi metallici per l’adeguamento sismico, conservando l’aspetto tradizionale, mentre i fumaioli sono stati reinterpretati in forme sobrie ispirate al romanico toscano, coerenti con il contesto storico.

La chiesa: tra architettura, luogo e comunità

Il secondo lotto di interventi, svolto tra il 2023 e il 2025 grazie a un finanziamento PNRR, ha interessato il restauro conservativo della chiesa e degli spazi annessi, introducendo un parziale cambio d’uso a fini turistico-ricettivi.

La chiesa, parte integrante del complesso con la canonica, testimonia una lunga evoluzione storica: presenta una pianta basilicale a tre navate, di cui quella destra oggi inglobata nella canonica, mentre la navata centrale, separata da colonne con archi a tutto sesto, termina in un grande abside semicilindrico del IX secolo, l’elemento più antico.

L’edificio conserva materiali di diverse epoche: il pavimento in cotto risale al Novecento, le capriate lignee coprono la navata principale, e la facciata, semplice, è decorata unicamente dalla lunetta scolpita da Pier Luigi Olla negli anni ’80. Due monofore si aprono sul lato nord e una finestra asimmetrica illumina la facciata, mentre il fronte orientale si distingue per la muratura bicroma in pietra e laterizio del XIII secolo. Il campanile a vela e la finestra circolare della ex navata destra hanno subito modifiche nel corso del XX secolo.

All’interno, le pareti sono prevalentemente intonacate, eccetto la parete terminale della navata sinistra, che conserva tracce della bicromia medievale. Restano due altari in travertino e un fonte battesimale con colonnina marmorea e nicchia con il Battesimo di Cristo. Nella navata centrale si trovano due lastre di travertino con anelli metallici, interpretate come accessi a vani sotterranei, ipotesi avvalorata dalle differenze di quota rilevate durante i rilievi.

Pieve di San Giusto: cronaca di un restauro

Visita San Giusto

Scopri la Pieve di San Giusto a Balli, un luogo unico dove storia, architettura e natura si incontrano in un’atmosfera senza tempo.

Cosa vedere

Passeggiando nel complesso chiesa-canonica, scoprirai gli spazi restaurati che raccontano secoli di vita e trasformazioni. I dettagli architettonici, le pietre originali e i resti delle modifiche avvenute nei secoli rendono la visita un’esperienza immersiva nella storia medievale e rinascimentale del territorio.

All’interno della chiesa potrai ammirare antiche tracce medievali e il monumentale abside, tra i più antichi della zona.

Cosa fare
  • Visite: su prenotazione, per gruppi o singoli visitatori, con guide multimediali che ti accompagneranno nella scoperta della storia della Pieve.

  • Eventi culturali: concerti, mostre e incontri che valorizzano la bellezza e l’acustica unica dell’edificio.

  • Percorsi naturalistici: cammina lungo i sentieri che partono dalla Pieve e attraversano le colline senesi, ideali per escursioni a piedi o in bici.

Come arrivare
  • In auto: facilmente raggiungibile dalla superstrada Firenze-Siena, uscita Colle di Val d’Elsa Sud, seguendo le indicazioni per Sovicille.​

  • In treno: stazione ferroviaria di Poggibonsi o Colle di Val d’Elsa, poi servizio taxi o autobus locali.

  • A piedi. Per gli amanti del trekking, la Pieve di San Giusto è raggiungibile percorrendo tratti della storica Via Francigena, che attraversa le campagne senesi. Dalla tappa di Strove o Badia a Isola, è possibile seguire sentieri segnalati che conducono verso la zona di Balli, immergendosi in un paesaggio di colline, boschi e panorami mozzafiato. L’itinerario è adatto a camminatori esperti e a chi desidera un’esperienza autentica nella natura.

Per informazioni su orari di visita, prenotazioni, eventi e attività, visita la sezione Contatti o scrivici direttamente: saremo felici di aiutarti a organizzare la tua esperienza a San Giusto!

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